lunedì 24 ottobre 2016

Traversella

Sabato 15 ottobre. Ore 6, un nutrito gruppo di gattippini rafforzato da un buon numero di bafilini parte dal solito parcheggio di Novoli. L’umore non è molto alto, ha piovuto a catinelle tutto il giorno prima e durante la notte, e le condizioni in Piemonte, meta del fine settimana, non sono state diverse. Le rassicurazioni del rifugista, in ogni modo, ci hanno convinto a partire, qualche parete buona per arrampicare ci sarà!

Ormai a metà strada, il rifugista inizia a mettere le mani avanti e ci manda questo messaggio: “qui migliora il tempo ma è bagnato, forse vi conviene Montestrutto”. Dopo un rapido consulto, decidiamo di proseguire col programma ufficiale e raggiungere Traversella... pittoresco paesino con i tetti in ardesia che abbiamo avuto modo di visitare piuttosto approfonditamente (soprattutto il suo alimentari!!) nell’attesa che passassero la pioggerellina e la sua nuvola (già, visto che il tempo andava a migliorare... ma già era noto, “piemontese, falso e cortese”...). Il gruppo si è quindi diviso tra chi è andato alla falesia di Monte Strutto, e ha arrampicato con soddisfazione al sole, e chi è salito subito al rifugio Piazza, e ha arrampicato con soddisfazione (e un po’ di nebbia) nel settore delle speranze (nome ideale per il domani!!).



Visibilità discreta :)




Tutte le scuse son bone per tirare i rinvii!!!!



 Al rifugio, una sostanziosa e saporita cena ha ritemprato il gruppo, pieno di speranze (e programmi!) per il giorno dopo. A seguire, un allegro dopocena, fatto di carte, chiacchiere e “al Bafile si fa così”. Un cielo limpido e pieno di stelle augura buonanotte e culla i sogni di vie asciutte e assolate per il giorno dopo.





 Domenica, dopo una abbondante colazione, le cordate scalpitano e si sparpagliano presto su vari settori della Traversella: chi si reca al Primo Salto, chi alle Placche Nere, Masche eccetera eccetera...




Vie belle e interessanti, un panorama da arco alpino e per di più imbinacato da una prima impolverata di neve, un caldo sole accomunano tutte le cordate, su tutti i settori. Solo una cordata, invece, è baciata da una straordinaria fortuna fungaiola...




 



Un rapido pranzo e buona parte del gruppo si è riavviata verso Firenze, lasciando un piccolo drappello a godersi le pareti della Traversella fino a più tardi.





Un ringraziamento speciale ai rifugisti del Rifugio Piazza, e in particolare ai due fratelli che hanno tirato su tutto ciò che le pareti della Traversella offrono oggi per l’arrampicata, a Caio per i suoi bellissimi fumetti sulla guida, che hanno rallegrato tutto il gruppo mentre cercavamo le vie per il giorno dopo, e a Federico, che ha organizzato questa bella gita!




mercoledì 31 agosto 2016

Tofana di Rozes - Primo Spigolo

Agosto, tempo di grandi classiche. Una bella e decisa alta pressione ci invita ad una rapida puntata in Dolomiti ma, orologio alla mano, realizziamo che tra lavoro e famiglia non riusciamo a rosicchiare più di 24 ore di libera uscita. L’imperativo è quindi ottimizzare al massimo i tempi. Venerdì dopo lavoro si parte: destinazione Tofana di Rozes che raggiungiamo comodamente verso mezzanotte. La notte passa mite sotto un bellissimo cielo stellato in una radura sotto il rifugio Di Bona. Alle prime luci dell’alba siamo già in marcia verso la grande parete sud.


Molto umilmente la nostra scelta ricade sulla Alverà-Pompanin storica via aperta nel 1946 e la più abbordabile del trittico dei tre spigoli. Come sempre accade la facilità di accesso richiama pubblico, soprattutto in una bella giornata come oggi. Siamo la seconda cordata ad attaccare, non è andata male.

15 tiri di roccia compatta molto aerei e con difficoltà fino al V+.


Il passaggio chiave arriva al terzo tiro e sinceramente non ci sembra così impegnativo.


Un paio di tiri divertenti sul lato sinistro ci portano fin sullo spigolo. Da qui uniamo il sesto e settimo in un unico tiro: traverso aereo e poi paretina che rimonta una pancia passando sul lato destro dello spigolo.


Il passaggio dato V- ci sembra impegnativo, probabilmente per la roccia lisciata dalle migliaia di ripetizioni.


Proseguiamo spediti: ancora un paio di passaggi e si incomincia a vedere la cima.


Giornata con tempo spaziale! Visibilità esagerata.


L’uscita caratterizzata da un gendarme dalla curiosa forma.


Ed infine la consueta foto di vetta, per la quale l’estemporaneo fotografo ha preferito il panorama alle nostre brutte facce. Come dargli torto. :)


Francesco e David.

martedì 23 agosto 2016

Campanile Basso

La cima è la meta e questa volta puntiamo al Campanile Basso, sogno verticale fin dai primi anni di arrampicata. Scegliamo la via "più semplice", la Ampferer-Berger, conosciuta anche come via normale.

Un giorno feriale d'agosto, per qualche fortunata coincidenza siamo l'unica cordata su una via solitamente affollata (7 cordate il giorno prima). E così ce la godiamo tutta, trovando - involontariamente - anche il modo di salire una variante, il camino Scotoni.

Giunti in cima ci godiamo il panorama, questa volta il cielo è sereno e non c'è fretta. Suoniamo pure la campana tubolare!

Note: via da non sottovalutare, poche protezioni lungo i tiri facili. Tutte le soste sono attrezzate con catene e anello di calata. La parete Pooli è facile e protetta all'inizio, in alto è invece levigata e non protetta. La parete Ampferer è breve ma è una placca verticale liscia sull'abisso (evitare di guardare giu!); meno male che ci sono tre chiodi!

Paola & Simone

venerdì 5 agosto 2016

Corno Stella


Abbiamo voglia di qualche giorno in ambiente, magari in un posto poco frequentato; le Alpi Marittime ed il Rifugio Bozano fanno al caso nostro.

La prima sera condividiamo il rifugio con quattro scalatori valdostani, la seconda siamo solo noi ed il rifugista: meno frequentato di così...
Il meteo minaccia possibili temporali pomeridiani ma la mattina è sereno e così partiamo ugualmente. Vogliamo salire tutta la parete quindi attacchiamo dallo zoccolo alla base della montagna, e non dalla cengia mediana.
I tiri filano via lisci e poco dopo mezzogiorno raggiungiamo lo scivolo sommitale.
Le nuvole scure che nel frattempo si sono avvicinate, e soprattutto il ricordo del fulmine beccato anni fa, ci suggeriscono di cercare subito le calate, peccato per la croce di vetta, ci limitiamo ad osservarla da lontano.
Nel primo pomeriggio raggiungiamo il rifugio, il tempo alla fine regge, mannaggia, potevamo goderci la cima!
Consigliamo la nostra salita: concatenamento di Sinfonia d'autunno e dello spigolo nordovest, difficoltà classiche su roccia ottima e ben protetta.

Paola & Simone

mercoledì 20 luglio 2016

GATP Brenta Camp

Sotto una debole grandinata nel pomeriggio del 14 luglio arriviamo al rifugio Agostini in Val D'Ambiez (dolomiti di Brenta). La grandinata è diventata poi una debole nevicata il tutto a 2°C secondo il termomento fuori del rifugio .... la vedo bigia scalare domani.

L'abbondante e ottima cena e l'ottima compagnia di 10 GATPini ci conforta, la notte passa tranquilla nella nostra nuova cameretta (il rifugio è stato ristrutturato completamente nel 2014 dopo che una valanga lo aveva seriamente danneggiato) ma il vento non smette di battere sugli scuri ....almeno domani sarà buon tempo.



Il tempo è bello ma con il vento da EST è freddino e prima delle 11 sarà dura arrampicare; nel frattempo rimaniamo in quattro: io(GM) Ire, Pima e Leo; gli altri danno forfait e scendono nella calda e assolata Arco per scalare con più agio.

Noi quattro decidiamo di restare; la montagna vuole pazienza e riflessione e anche un po di sofferenza perchè no, per poi raggiungere il proprio obbiettivo con "Concordia" e "Soddisfazione".



Riusciamo ad arrampicare tre giorni su tre: Torre D'ambiez, tentativo alla Fox-Stenico a cima d'Ambiex e Spigolo dell'avancorpo dei Denti d'Ambiez.






La Fox purtroppo ci vede rinunciare al 4° tiro dopo che le difficoltà maggiori erano passate; un chiodo che salta, qualche livido e il sole oltre il meriggio ci suggeriscono di tornare giù a doppie e godersi il sole del pomeriggio. Ormai il vento è calato e si sta davvero bene.




La via rimane li, ci torneremo un'altra volta, più allenati e determinati e magari con un martello per rimettere il vecchio Livanos a lama della Charlet che Leo giustamente si porta a casa per lo scaffale dei ricordi. (per chi la ripete la via ora il 2° chiodo del 4° tiro non c'è più :-) )



I gradi del Brenta si rivelano, come risaputo, severi e ingaggiosi, il V+/A0 è bello tosto e la chiodatura è avara: una serie di friend BD fino al 3 e una di dadi fanno parecchio comodo.

Anche il diedro/spigolo del terzo giorno, che con i suoi 5 tiri IV+ doveva essere una passeggiata, ci impegna non poco: dopo il primo tiro troviamo solo un'altro chiodo, la relazione non torna, dove si deve andare a dx noi passiamo bene a sinistra, la sosta su clessidra si rivela uno spuntone appena accennato.
Solo alla fine del canalaccio di uscita, dove un motocarro di ghiaia ha scaricato il suo cassone, c'è una sosta con 2 fix brillanti ....a cosa servono? un soccorso? ce lo siamo chiesti tutto il viaggio di ritorno!



Nel frattempo due cordate francesi che erano al rifugio con noi fanno l'en-plein con Fox, Vienna e Soddisfazione, c'è anche gente a chiodare e ripulire in zona cima SUSAT ... in lontananza sentiamo gli schianti delle rocce sui ghiaioni.








Scendiamo a valle Domenica con alle spalle questo spettacolo della natura e una giornata calda senza una nuvola in cielo come di rado se ne vedono in Brenta. Ci ricorderemo molte sensazioni di questi quattro giorni e sicuramente l'ospitalità di Roberto e di suo padre Ignazio, veri custodi di questo angolo di Brenta.



GM, GATP 20-07-2016

mercoledì 6 luglio 2016

Gita Sezionale oltreconfine – Aiguille du Tour


La sveglia era stata impietosa, e le previsioni meteo del pomeriggio che ci attendeva per la salita al rifugio anche. Nonostante questo, il gruppo di 33 fiduciosi alpinisti e 2 escursionisti è determinato per questa gita sezionale.



Effettivamente il tempo sabato non era dei migliori, e la salita del primo giorno è stata accompagnata da nebbia costante ma fortunatamente solo da poche gocce d’acqua. Un paio di ore di camminata e già a quota 2.400 i nevai erano ancora presenti durante lunghi tratti della salita al rifugio.



Accanto al rifugio che sbuca sopra al nevaio, i seracchi del fronte del “Glacier du Tour” ci guardavano minacciosi nella loro bellezza.

 




Il pomeriggio passa veloce, e dopo la meticolosa spunta delle tessere cai, e una piacevole cena in compagnia andiamo a letto fiduciosi nel domani.



Ed infatti il risveglio sarà coronato dalle nubi scese al di sotto della nostra quota, regalandoci un alba di colori e panorami bellissimi che il giorno precedente non avevamo potuto ammirare.

 





 

E’ ora di legarsi, per procedere su ghiacciaio ci suddividiamo in cordate da tre. Il clima è perfetto, sereno e poco vento, non troppo caldo. Sarà per questa ragione che quest’angolo di paradiso in questa prima domenica di Luglio è pieno di alpinisti?



Le cordate iniziano la salita verso il Col Superieur du Tour

 

Dietro il quale si nasconde il meraviglioso Plateau du Trient con la vista di un panorama che spazia.



Aggirato il col du Tour ecco finalmente l’Aiguille du Tour



Purtroppo solamente qualcuna delle nostre cordate riuscirà a raggiungere la vetta, taluni a causa di qualche “deviazione” sulla traccia ed altri a causa del troppo affollamento sulla cresta di roccia.



 

Nonostante questo tutti siamo stati appagati dalla splendida giornata passata chi sul ghiacciaio, chi tra i sentieri del Col du Balme, in una limpida giornata di sole ed in buona compagnia in ambiente maestoso.




 
 




GATP GEEO BAFILE