martedì 16 dicembre 2014

Presentazione NUOVA guida GHIACCIO SALATO

Satasera in sede Simone Faggi e Giampaolo Betta presenteranno la nuova guida Ghiaccio Salato: Alpinismo Invernale nelle Alpi Apuane edizioni Versante Sud.


martedì 21 ottobre 2014

Finale Ligure

Finalmente il meteo sembra clemente dopo le piogge torrenziali della settimana prima quindi il GATP si trasferisce per il fine settimana in Liguria e in particolare a Finale.
Il sabato mattina una pioggia incessante ci segue fino a Savona quando finalmente smette di piovere. L'umidità è quasi al 100% e sembra di essere nella foresta Amazzonica ma non desistiamo.
La prima destinazione è la rocca di Perti dove ci dividiamo su due vie: due cordate proseguiranno lungo la via Simonetta e le altre due sulla via Antica Osteria.




La nostra compagna per la giornata è la cara Autostrada dei Fiori: eccola in tutta la sua poesia :-)




Ci troviamo in vetta per una immancabile foto di rito.
Il conteggio materiale a fine della giornata è un rinvio e un moschettone persi (indovina da chi??? :-P)


Dopo una bella pizza e una dormita da Gianni il secondo giorno andiamo alla falesia del Monte Cucco dove ci rendiamo ancora di più conto che i gradi di Finale sono abbastanza severi ma dove non è unta la roccia è fantastica!





Alla prossima!

Irene, Gian Marco, Francesco B., Francesco S.,
Fabio, Tommaso, Federico, Neri, Daniele

domenica 5 ottobre 2014

Gita sezionale al Pizzo Coca (3050 m)

Partenza sabato mattina, 6 settembre.
Previsioni meteo: acqua il sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio, domenica mattina ci dovrebbe essere una finestra di beltempo... speriamo!
Arriviamo a Valbondione e Antonio (l'autista) si merita un applauso per una manovra millimetrica con cui fa inversione a U con il pullman in una stradina strettissima.

Ci si cambia e si parte alla volta del rifugio Coca.


In capo a 3 ore, come da tabella di marcia, siamo al rifugio, tutti asciutti (cioè... quasi tutti).

Il gestore ci dice che in tutta l'estate hanno avuto solo 2 (due) giorni di bel tempo!
Poi la pioggia smette e ci lascia anche il tempo, in attesa della cena, per una passeggiatina al Lago Coca.
La mattina, date le previsioni meteo, decidiamo di partire presto e così, alle prime luci siamo già in cammino.



Abbiamo così la possibilità di gustarci le prime luci del sole


 
e di incontrare i veri proprietari del posto.
 
 
La salita diventa più impegnativa, si comincia ad usare le mani.


E la strada ogni tanto va trovata: in caso di nebbia potremmo essere in difficoltà...
Ma il tempo regge ed il panorama diventa sempre più aperto, finché in cima si spazia quasi a 360 gradi (Bernina, Ortles, Adamello...)



Una foto di vetta tutti insieme



e si riparte subito per la discesa, con un occhio alle nubi che salgono velocemente da fondo valle.
Sulla via del ritorno incrociamo tanti che salgono: meno male che siamo partiti presto!
Una corda di sicurezza nei due passaggi più impegnativi ed in breve siamo fuori dalle difficoltà.



Il resto è una lunga, ma lunga, ma lunga discesa fino a valle, dove ci aspettano (da poco) gli escursionisti del "giro B", anche loro soddisfatti per il bell'ambiente che si sono goduti al lago del Barbellino, nei pressi del rifugio Curò: il tempo ci ha voluto veramente bene!
Di nuovo tutti in pullman e via: Antonio ci riporta a casa.

domenica 14 settembre 2014

Cresta dell'Aquila

Lo spirito d'avventura questa volta ci porta nella Valle di Vinca, in Apuane, sulla cresta sudovest del Pizzo dell'Aquila. Navigando su internet avevamo trovato una relazione (via di III, IV con qualche passo di V) e delle belle foto che ci avevano fatto venire la curiosità di farci un salto. Dopo un primo tentativo naufragato sulla cresta sbagliata, questa volta non sbagliamo...


Per giungere all'attacco ci facciamo strada prima fra fitti rovi (indispensabili i pantaloni lunghi!) e poi nel bosco, seguendo tracce flebili e navigando a vista.



Dopo un'ora circa siamo all'attacco (la nostra relazione parlava di 20 minuti!). L'arrampicata sulla cresta è tipica apuana, con tratti di roccia fratturata e instabile.



Con quattro tiri giungiamo ad una punta dalla quale ci caliamo in doppia alla sella sottostante; la cresta prosegue con altri due tiri, il primo da far rizzare i capelli, il secondo con belle placche appoggiate.

Usciti dalla via risaliamo i prati sommitali fino alla cima del Pizzo dell'Aquila.


Ovviamente non troviamo "l'evidente" sentiero menzionato dalla relazione e decidiamo di scendere un ghiaione in un ampio canale.


Tra ravanamenti vari e seguendo tracce più o meno infrascate riusciamo ad arrivare finalmente (dopo ben 3 ore!) a Vinca.


Osserviamo la montagna; è stato complessivamente un bel giro... però lo consigliamo solo ad alpinisti-cinghiali amanti del rotto!
Paola & Simone

lunedì 11 agosto 2014

King Line - Rocca Castello

Vista l'estate piovosa in Dolomiti cambiamo i nostri programmi e ci dirigiamo verso una zona sconosciuta per noi: Il Gruppo Castello Provenzale - Valle Maira (Cuneo).

L'obiettivo è la via sportiva King Line di recente apertura.

Partiamo dal rifugio Campo Base e arriviamo all'attacco che il sole si fa largo tra le nuvole. La temperatura è accettabile ma non è la tipica giornata di Agosto.




















Attacchiamo la via preceduti da due simpatici arrampicatori Torinesi con cui condivideremo una piacevolissima giornata di arrampicata.

La via si svolge su buona roccia tra placchette verticali abbastanza ammanigliate e buoni piedi (7 tiri max 6a).








Arrivati in vetta un bel vento teso ci avvolge; una foto di vetta con annessa pubblicità dell'estathè e via giù in doppia!



Salutiamo le Alpi Cozie che riservano paesaggi splendidi in quasi totale tranquillità.


Irene e Gian Marco

Corno Grande - Spigolo Sud Est

A nord il tempo è instabile, e come spesso avvenuto negli ultimi anni, solo il grande massiccio abruzzese offre il meteo giusto per sfogare le nostre velleità alpinistiche. Non è un ripiego, qui torniamo sempre molto volentieri. Ma questa volta cambiamo versante...


Invece di Prati di Tivo, questa volta ci avviciniamo al Gran Sasso dal versante opposto, cioè da Campo Imperatore.

 

Di pomeriggio risaliamo il sentiero che porta al Bivacco Bafile, già visibile da lontano, lassù, appollaiato come un nido d'aquila.






Ci imbrachiamo per percorrere il breve tratto attrezzato. Al bivacco incontriamo due ragazzi, con i quali condivideremo l'esperienza di una notte nella piccola ma accogliente dimora.



Durante la notte forti raffiche di vento agitano il bivacco, ma la luna piena illumina a giorno la parete dietro di noi.



La mattina è limpida, il vento è scomparso, e lo spigolo sud-sudest, la nostra meta, è illuminato dal sole.

La via è d'ambiente e molto panoramica, non difficile, e progrediamo veloci alternandoci nei tiri.





Il diedro di V (settimo tiro).



Dall'alto ammiriamo il "nostro" rifugio.


Alle 12:45 siamo in cima, sulla vetta occidentale del Corno Grande, 2912 m. C'è tutto il tempo per ammirare il panorama tutt'intorno.




Alla prossima avventura!
Paola & Simone




domenica 27 luglio 2014

Sperone del Promontoire - Cima Sud Argentera

Dopo meno di due mesi torniamo su queste splendide montagne, ma stavolta niente piccozza: si scala su roccia! L'obiettivo prescelto è lo sperone del Promontoire, un "vione" d'altri tempi aperto da Victor de Cessole nel 1898 sul grandioso e severo versante occidentale dell'Argentera, una gigantesca muraglia larga più di un km e alta circa 800 metri. 
La parete occidentale della cima sud dell'Argentera è solcata da tre speroni : lo sperone del Promontoire è quello situato più a sinistra, sul bordo sinistro orografico del Canale della Forcella.


Parcheggiamo al Gias delle Mosche e iniziamo a salire verso il rifugio Bozano.


Facciamo appena in tempo a mettere piede dentro il rifugio che dal cielo si rovescia un bel temporale con tanto di grandine e fulmini. Qualcuno è ancora fuori che se la sta prendendo tutta.

Per fortuna alla sveglia del giorno seguente troviamo un bel cielo terso: sarà il buon auspicio alla giornata che ci attende. Alle sette siamo già in marcia verso l'attacco della via. Risaliamo la pietraia in direzione del Canale della forcella, lo oltrepassiamo e, legati in conserva, attacchiamo uno zoccolo grigio sulla sinistra orografica. Aggiriamo un primo sperone e saliamo un secondo risalto fino a raggiungere una cengia orizzontale.


Fin qui nessun problema, ma una volta sulla cengia non è per niente facile capire dove attacca la via. Le due relazioni che abbiamo con noi non ci aiutano molto, anzi forse un po' ci confondono. Perdiamo un po' di tempo ma alla fine decidiamo di attaccare dove la parete sembra appoggiare di più.


Non del tutto sicuri che sia davvero l'attacco giusto decidiamo di proseguire a tiri anzichè di conserva. Alla base lo sperone è molto largo e articolato, ci spostiamo prima verso destra e poi verso sinistra in direzione del filo. Al secondo tiro troviamo un chiodo, al terzo altri due. Siamo sulla via giusta.


Da qui in poi la roccia si fa bella compatta e l'arrampicata molto divertente. Le difficoltà non sono mai troppo marcate, ma l'attenzione da tenere è sempre alta.


Alla fine su tutta la via conteremo 4 chiodi. Le soste vanno tutte attrezzate. Di solito la via viene percorsa quasi tutta in conserva con, forse, 4 punti un po' più impegnativi dove occorre salire a tiri.


Una paretina più verticale induce ad un colletto. Siamo finalmente sul filo della larga cresta.


Arrampichiamo divertendoci senza mai incontrare forte esposizione. Aggiriamo alcuni gendarmi e poi nuovamente una placca di trenta metri un po' delicata e soprattutto difficile da proteggere, ma è l'ultima difficoltà della via.


Ancora una breve placca...


...e un ultimo gendarme da aggirare sulla sinistra. Dopodichè continuiamo in conserva per un centinaio di metri fino a raggiungere la conca detritica che sta sotto la vetta. Qui ci sleghiamo per percorrere gli ultimi cento metri per la vetta...


...dove ad attenderci troviamo una simpatica famigliola di camosci. Sono le sei di pomeriggio, per la via abbiamo impiegato qualche ora in più del previsto. La ricerca dell'attacco e l'incedere in sicurezza a tiri non convinti inizialmente della via ci hanno fatto perdere parecchio tempo, ma poco male, la luce del tardo pomeriggio ci fa apprezzare ancora di più la bellezza di questi panorami. Giusto il tempo di bere un sorso d'acqua e mangiare una barretta e iniziamo a scendere per la normale verso il rifugio Remondino.


Ad attenderci la signora Franca con una meritatissima cena ancora calda.

Luca, Cristiana, Francesco, Riccardo, Franco